A mia figlia. Di Mamma Caterina Morelli

Sono giornate lunghe. Difficili.
Iniziano che sembrano interminabili.
Ma puntualmente, ogni sera, mi siedo sul divano dopo averti addormentato.
Sospiro, mentre bevo qualcosa di caldo e, puntualmente, ogni sera, penso che in fondo, caspita, sta giornata è volata!
Ogni sera.

Tutto si ferma.
Passano i giorni.
Passiamo la giornata.
Passa la rabbia dei primi giorni.
Passa la paura del non saper come fare con te.
Tutto si ferma.
Passano i giorni.
E solo ora mi accorgo di quanto sia lunga una giornata.
Quanto in realtà, poi, in fondo voli.
Ogni sera.

Tutto si ferma.
Passano i giorni.
E solo ora, apprezzo tutto ciò che ho.
E solo ora, taccio su ciò che ancora non ho.
Tutto si ferma.
Passano i giorni.
Ed è così, che solo ora, benedico il piccolo fazzoletto di giardino che abbiamo che ci regala qualche ora d’aria.
Che ti dona sul viso occhi e sorrisi diversi.
I gatti che vengono a farci visita e la tua gioia.
Ogni nome di fiore che ti sto insegnando.
Le bolle di sapone e qualche calcio alla palla.
Il sole che filtra dalle finestre e scalda il letto.
La pizza fatta insieme, quella di didó.
La casa che a volte va un po’ stretta, sí, ma che non poteva essere più accogliente di come lo è in questo momento.
I sospiri e la buonanotte, di ogni sera.

Tutto si ferma.
Passano i giorni.
E ci fermiamo anche noi.
Ci soffermiamo anche noi.
E solo ora mi accorgo di quanto, in fondo, basti così veramente poco per essere felici.
E solo ora mi accorgo che tutto si doveva fermare, per far sì che ciò accadesse.

Tutto si ferma.
Passano i giorni.
E tutto ritornerà alla normalità.
E, forse, ci mancheranno questi giorni di diversità.
Che, forse, erano normalità.

La tua mamma, Cate.

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